mercoledì 23 gennaio 2008

Sito in allestimento

AVVISO

Cari colleghi ho ritenuto opportuno incominciare a pensare ad uno spazio sul web da dedicare alla nostra scuola.
Per ora è solo un blog, molto semplice e con poche pretese, se ritenete che possa essere uno strumento utile e maggiormente fruibile, se volete collaborare o semplicemente pubblicare una iniziativa, inserite un commento oppure contattatemi direttamente all' indirizzo
arignanese@libero.it.
Ins. Antonio Rignanese

“C’era una volta un elefante che voleva giocare con una formica…”

“C’era una volta un elefante che voleva giocare con una formica…”.
Sembrava impossibile, un’idea assurda e bizzarra di tre maestri che si accanivano “contro” i propri alunni ( come spesso succede nelle noiose ore di italiano), nel tentativo di stimolarne la fantasia e la produzione testuale, propinandoli il difficile compito di continuare la storia su citata e di trovarne un finale degno di un bel ottimo.Ma no, almeno per una volta, le cose non sono andate proprio così! E’ stato sufficiente dare ai bambini il giusto input perché questi, con la propria spontaneità, freschezza e innocenza, insegnassero a noi adulti e insegnanti molto più di quanto potessimo pensare.Nelle immagini dei volti tristi, a volte anche sorridenti, sofferenti, speranzosi, innocenti degli orfani del Burundi i “nostri” bambini non hanno notato la diversità, ma solo la necessità dei loro coetanei bisognosi di aiuto e di amore. Così scriveva una delle nostre alunne qualche minuto dopo aver conosciuto i suoi nuovi amici, distanti chilometri ma già presenti nel suo cuore: “Io vi voglio aiutare con serietà e con amore…”, a chiusura della lettera scritta il pomeriggio in cui a scuola è stato presentato il progetto “Scuole senza confini”. Tutto ciò che è venuto dopo ce l’hanno ispirato i bambini con il loro entusiasmo. Le lettere che hanno indirizzato a coloro che, da subito, hanno sentito come nuovi amici, nonostante la distanza e le diversità di ogni genere, secondo quelli che sono gli schemi ideologici e pregiudizievoli del mondo degli adulti, sono state per noi insegnanti materiale puro e genuino per avventurarci in qualcosa che non avevamo programmato ma che ha permesso di continuare e concludere la storia di un’amicizia impossibile.Con un manufatto realizzato con serietà, cooperazione e partecipazione viva e attiva, con alcuni canti e poesie, con le loro autentiche lettere e soprattutto con il desiderio di amicizia, di quell’amicizia senza confini che solo i bambini sanno raccontare, con queste poche cose, il 20 dicembre 2007, i nostri alunni hanno “parlato” di intercultura ai loro genitori e al dirigente scolastico. Un successo. Un successo nato da poco, dal desiderio di solidarietà, dalla voglia di aderire a un progetto in rete per promuovere una scuola di qualità, dove la qualità sta nella voglia di riscoprire nel bambino, nelle sue potenzialità il fulcro dell’insegnamento. L’idea di non parlare di cose astratte, di dare l’opportunità ai nostri alunni che vivono in situazioni socio-economiche e culturali buone di conoscere situazioni diverse e potersi rapportare realmente con esse e trarne gli insegnamenti più opportuni, hanno indotto noi insegnanti delle classi terze della scuola primaria “Giovanni XXIII” di Monte Sant’Angelo semplicemente ad aderire al progetto “Scuole senza confini”, i bambini hanno fatto tutto il resto!

Ci hanno insegnato che bambini di otto anni, se opportunamente stimolati, possono parlare d’intercultura in modo semplice e diretto con i canti, le poesie e le parole nate dal loro cuore e dalla loro testa e non preconfezionate o improntate da ideologie di vario genere. Hanno spiegato perché anche in una città come la nostra, dove le problematiche connesse al fenomeno della globalizzazione nonché della integrazione non sono ancora avvertite, si può e si deve educare all’intercultura poiché essa è parte integrante dei nuovi piani educativi per il pieno sviluppo e la formazione di individui liberi e autonomi.L’aver aderito al progetto di “Scuole senza confini” ha consentito alle nostre classi di giungere alla produzione di un progetto unico attraverso la collaborazione, l’espressione e il potenziamento di abilità e competenze individuali, migliorando le abilità relazionali di ciascuno, anche di noi insegnanti. Penso che questo possa essere un modo nuovo, anche faticoso, di lavorare ma entusiasmante e con degli esiti positivi.
Anna Accarrino
(Insegnante Scuola Elementare)

venerdì 11 gennaio 2008

Ringraziamenti del Preside



Ai Genitori e agli Alunni
delle classi elementari e medie


Cari Genitori e cari Ragazzi,

Oggi, finalmente, possono riprendere regolarmente le attività didattiche.
Dopo quattro giorni di forte impegno e di notevole tensione, avverto il bisogno di ringraziarvi per la maturità e la comprensione che avete testimoniato con i vostri comportamenti.
Aggiungo, con soddisfazione, che la Scuola ha operato in piena collaborazione e sintonia con i responsabili del nostro Comune.
Dopo essere stato avvertito, alle ore 7,30 del mattino di lunedì, 7 gennaio 2008, dal collaboratore scolastico che apre la scuola e dopo che il tecnico idraulico aveva verificato la necessità di sostituire la caldaia, alle ore 9,30, un mezzo di trasporto era già pronto per partire alla volta di Mantova, sede della ditta che costruisce le caldaie con le caratteristiche richieste.
Ringrazio, per la disponibilità e l’impegno, il Sindaco , l’Assessore ai servizi scolastici, il capo settore ai servizi scolastici, sig. Domenico Rignanese, il geometra comunale, sig. Giovanni Frisoli e l’idraulico,sig. Raffaele Trotta.
Ringrazio Voi genitori per la solidarietà che mi avete espresso, quando avvertivate agitazione e preoccupazione nelle mie risposte, date a Scuola o per telefono.
Ringrazio gli insegnanti e tutto il personale della scuola per la fattiva e consueta collaborazione.
Ringrazio Voi ragazzi, che, durante i primi giorni, siete stati compostamente in classe, pur soffrendo il freddo: avete offerto un concreto e splendido esempio di saper affrontare le difficoltà e di convivenza civile.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof. Giuseppe CIUFFREDA
Monte Sant’Angelo, 11 gennaio 2008